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MODI SENIGALLIESI, Stefano Calabrese

Può un volume diventare un caso letterario e un record di vendite nelle librerie di una città?

Nel caso di Stefano Calabrese, in arte Stinga, possiamo dire di sì.  Da “Modi anconetani” e “Modi anconetani,  il continuo” edizioneGuasco, Stefano Calabrese ha ideato una serie di reading realizzati tra il 2016 e il 2017 all’interno dei contenitori più suggestivi della città di Ancona, la Mole vanvitelliana, Piazza San Francesco, il festival Ticiporto, il Teatro Sperimentale, eventi che hanno visto l’afflusso di migliaia di persone.

Si tratta di due volumi ironici e divertenti, da cui sono tratti gli spettacoli,  che svelano, con un’analisi ragionata di detti, l’essenza e l’anima della città di Ancona e mostrano le radici di quella placida indolenza che lo scrittore Francesco Fumelli ha definito espressione di “buddismo fatto popolo”.

Dall’incontro di Stefano Calabrese con Andrea Scaloni, autore della “Grammatica senigalliese” è nata poi l’idea  di allargare la ricerca a contesti  limitrofi e verificare quanti elementi in comune ci fossero tra le due etnie, quella anconetana e quella senigalliese.

Leggiamo nella quarta di copertina: Perché è nato “Modi senigalliesi”? Perché il senigalliese è n gran scojonàt’. Cosa significa essere scojonàt’? La scojonatura senigalliese è un distillato di indolenza, timidezza, pudicizia, diffidenza, fatalismo, ironia e autoironia, mescolate in dosi segrete. Proprio come avviene per l’anconetano.

Gli autori

Stefano Calabrese, detto Stinga, (Ancona, 1969) laureato in giurisprudenza, nato da padre salentino e madre anconetana, con nonna materna tedesca, vive sin da giovanissimo tra teatro e musica. Compositore per l’infanzia e per il teatro, firma le musiche e le liriche di importanti musical: “Pirati e Pirati” (2005), “Streghe, un musical magico” (2007) e “Animali della fattoria” (2015). Autore e attore di cortometraggi, tra i quali la serie di “Piacere Ivo” (2006-2016).

Nel 2016 esordisce con la scrittura pubblicando “Modi anconetani” e, a distanza di pochi mesi, “Modi anconetani il continuo”, due volumi che si rivelano un successo da migliaia di copie vendute ad Ancona e su tutto il territorio nazionale. I suoi spettacoli live, affollati da centinaia di spettatori, lo hanno fatto conoscere e apprezzare dal pubblico non solo per la raccolta dei modi di dire ma per la sua analisi ironica e a tratti caustica dei limiti dell’etnia anconetana. 

Andrea Scaloni (Senigallia, 1972), laureato in ingegneria, lavora nel settore delle telecomunicazioni, ma nel tempo libero gioca con la lingua e col dialetto, in particolare con quello della sua città. Nel 2015 ha pubblicato la “Grammatica senigalliese”, un tentativo di trattazione sistematica del dialetto senigalliese, sotto il profilo fonetico, morfologico e idiomatico. Ha partecipato a raccolte di scritti dialettali: “Dàm’c’ n’arcòlta” (2010), “I poeti dialettali di Senigallia”, vol. II (2011) e “Scrittori dialettali senigalliesi. Il teatro”, vol. III (2016).  Collabora con alcune realtà locali per la conservazione del patrimonio culturale dialettale. È socio fondatore dell’associazione “Gent’d’S’nigaja” , ha fatto parte del gruppo teatrale “I Mazzamurei” nell’associazione Rione Porto, attualmente è membro del gruppo teatrale “I Dialettanti”.

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